martedì 22 ottobre 2024

L'Eletta

 


Al Halisah > Al kaleesah > Al Kalisah > Al Kaleesa > La kalsa.








La kalsa è un antico e caratteristico quartiere di Palermo, tradizione vuole che sia nata lì la leggenda delle teste di moro, diventate simbolo della cultura e dell'artigianato siciliano. Analizzando filologicamente la parola Kalsa, vedesi sequenza sopra, ho trovato una similitudine con l'appellativo Khaleesi. Il nome kalsa deriva dalla parola araba Halisah, la h iniziale ha una pronuncia molto simile alla k e la li intermedia in arabo si pronuncia lee, niente di strano, se per i nomi e gli appellativi di alcune popolazioni  di Essos George R.R.Martin ha utilizzato parole di origine mediorientale o orientale, facendo magari delle leggere modifiche. Gli esempi che più conosciamo sono la  che il nostro autore ha aggiunto a molti nomi westerosi, oppure, l'ae Valyriano che si pronuncia e, così come in latino, tipico dei nomi Targaryen. E' chiaro che Martin difficilmente scrive parole a caso, anzi, è conosciuto e riconosciuto proprio per la sua peculiare costruzione di significati e simbolismi. La parola Bran, ad esempio, ha nella mitologia celtica anche il significato di corvo, oltre che essere una parola legata al mito del tempo;  Al Halisah, da cui trae origine la parola che Martin usa per appellare la regina dei Dothraki, cioè  Khaleesi, significa L'Eletta in arabo. Un ulteriore indizio che si aggiunge alla teoria su chi sarà Azor Ahai nella Lunga notte is coming. 

sabato 5 ottobre 2024

Parallelismi: Jace Velaryon

 








Parallelismi: Jace Velaryon 

Spesso nella community,quando ci si approccia alla lettura dei libri della Saga, Asoiaf, alcuni chiedono come iniziare? Da quale volume. Prima ci si riferiva ai libri della saga principale, ma da quando 2 anni fa è uscita HOTD, molti chiedono come leggere e dove trovare la storia della Danza. Anche se si piò leggere, volendo, in modo indipendente dai cinque libri principali, Fuoco e Sangue, il libro dal quale è stata trasposta per lo schermo la parte relativa alla Danza dei Draghi e che nello show prende il nome di House of the Dragon, la storia, anzi tutto il libro Fire and Blood è un’appendice dei volumi principali, scritta, tra l’altro, sotto forma di compendio storico, per cui, per meglio comprenderne le relazioni esplicite ed implicite con la saga principale, sarebbe meglio leggere, almeno, i primi tre volumi ( A game of thrones, A clash of kings, A storm of swords), anche se il mio consiglio personale è di leggere tutti e 5 i volumi (  A game of thrones, A clash of kings, A storm of swords, A feast for crows, A dance with dragons). Ho fatto questa premessa, perché  F&B, oltre a completare la storia di Westeros, la costruzione del world building  e farci comprendere meglio il climax e le caratteristiche di una delle famiglie più importanti, specialmente nei capitoli della Danza, mette in luce delle situazioni, che sono presenti nella saga principale, con un gioco di parallelismi fra i personaggi. Jacaerys Velaryon è uno di questi. Jacaerys ha sicuramente un certo parallelismo con Jon Snow, cosa che si evidenzia anche nello show.


 Egli è sicuramente figlio di sua madre la principessa e poi regina Rhaenyra Targaryen, ma per quanto legittimamente riconosciuto da Laenor Velaryon, legittimo marito di Rhaenyra, la sua paternità è messa in dubbio dai suoi tratti e dai suoi colori, non rispondenti agli standard valyriani e molto più simili a quelli di Ser Harwin Strong, spada giurata della madre. I sussurri hanno seguito il giovane Jacaerys tutta la vita, cosa che lo spinge sempre a fare e dare il meglio affinché non solo cavalcare un drago confermi i suoi diritti alla successione. Questo interessante parallelismo con Jon Snow è stato messo in evidenza nella serie, una delle cose che potremmo dire ben fatte, ma poi non adeguatamente sviluppata. Nei libri il parallelismo con Jon è dato dall’insicurezza sulla paternità, non si dice mai chi sia il vero padre dei tre figli maggiori di Rhaenyra; mentre è molto più chiaro il parallelismo con la legittimità dei figli di Cersei. I figli di Cersei hanno connotati e colori Lannister più che Baratheon, così come i figli di Rhaenyra hanno connotati e colori Strong, più che Targaryen/Velaryon; è la legittimità dei figli di Cersei che di fatto scatena la guerra dei cinque re, ciò che porta Ned alla morte, così come è la messa in discussione della legittimità dei figli di Rhaenyra, uno dei motivi alla base della Danza. Altro parallelismo riguardante Jace è la sua primogenitura, lui è il primogenito della Regina, così come Rob Stark è il primogenito di Ned. Nei libri entrambi i ragazzi si ritrovano ad affrontare una guerra a soli quattordici anni, entrambi si ritroveranno a guidare le rispettive schiere, Ned prima è imprigionato e poi morto, Rhaenyra distrutta dal parto andato male e dalla morte di Luke non ha le forze fisiche e psicologiche per affrontare le sue rivendicazioni. 


Così sia Jace che Rob giovanissimi guidano le rispettive fazioni. Un altro parallelismo è il presunto matrimonio di Jace con una Certa Sarah Snow, venendo meno al fidanzamento con Baela Targaryen, figlia del suo patrigno il principe e poi re consorte daemon targaryen,avvenuta durante la sua azione diplomatica a Winterfell, cosa che ricorda il matrimonio di Rob con Jayne Westerling a discapito della promessa con i Frey. Ma Sarah Snow è quasi sicuramente un’invenzione del giullare Fungo, fonte notoriamente inattendibile del compendio, che serve più che altro a far comprendere al lettore la vicinanza del personaggio di Jace con il Giovane Lupo. Il principe Jace Velaryon morirà come il re Rob Stark all’età di quindici anni, dopo aver conseguito diversi successi in battaglia, aver dimostrato di essere un’ottima guida e un degno Re per il reame. A differenza di Rob, Jace morirà combattendo.



lunedì 30 settembre 2024

le creature magiche di ASOIAF

 A game of thrones, Un gioco dei troni. Il primo libro della saga, ci presenta la storia e i personaggi. I  troni stanno in mezzo, muovono personaggi, eventi, ma sono solo piccole storie in un gioco più grande, Il gioco del ghiaccio e del fuoco,  un gioco dove la magia è vera come il sangue. Nel primo POV di Bran, gli Stark incontrano i Metalupi, esseri leggendari,  che da decenni, centinaia d'anni non si vedevano a sud della Barriera. Il Metalupo grigio su campo bianco è il simbolo degli Stark, la casata più importante del Nord, casata con nel sangue qualcosa di magico, visti i poteri, sogni di lupo che i piccoli Stark manifestano nel corso della storia. Nell'ultimo POV dello stesso libro, la quattordicenne Daenerys Targaryen fa rinascere i draghi, creature estinte da più di cento anni. Tre draghi come nel simbolo della sua casata. C'è magia nel suo sangue, i sogni di drago e i draghi rinati lo dimostrano. 

martedì 20 agosto 2024

#Asoiafepicstories:" L'eroe epico e tragico"

 
  • Caratteristica delle opere di G G R Martin, soprattutto della saga ASOIAF, "A song of ice and fire", è il superamento dei canoni tradizionali del fantasy; il suo racconto fin dal titolo della saga ci dice che è epico e i suoi eroi non sono principi o prescelti senza macchia e senza paura, ma come nelle gesta dell'epica classica e medievale, l'eroe compie la sua missione commettendo errori e in eterno conflitto con se stesso. Gli eroi epici sono personaggi tragici.
  • Tòpos fondamentale  dell'eroe dal quale non si può prescindere è l'obiettivo finale, che deve portare a compimento. Durante la sua vita egli può anche istituire un modus vivendi, egli cioè diventa una sorta di colonizzatore o civilizzatore che introduce nuovi elementi nel determinato ambiente in cui si trova in quel momento. Diventa quindi un eroe culturale; nella mitologia greca se ne hanno vari esempi, come Orione, Orfeo, Diomede; nella saga martiniana tali eroi sono rappresentati da Jon e Daenerys, durante il loro cammino, nel perseguimento del fine ultimo, il primo fa oltrepassare la barriera ai bruti, nemici secolari dei 7 regni,  la seconda libera gli schiavi, mettendo in discussione un sistema economico. La tragedia consiste proprio nella drammaticità tangibile del conflitto che l'eroe vive, costretto a scelte difficili e scomode e non in linea con la convenzione sociale, anzi spesso in contrapposizione netta con questa.
  • L'eroe classico è Kalòs, kai agathòs (bello e buono) e rispecchia solitamente i valori aristarchici, basati sul principio del migliore, del nobile, in cui si riconoscevano i semi-Dei e gli esponenti della Kalokagathia della Grecia  pre-ellenistica, inteso come ideale che congiungeva la bellezza fisica all'agathìa, ovvero la bontà derivante dalla loro istruzione. Infatti, gli eroi, soprattutto nell'Iliade, possono dirsi, storicamente parlando, degli aristocratici. Essi sono i comandanti dell'esercito, Achille, ecc... e nel periodo nel quale i poemi omerici si svolgono, età micenea, a detenere il potere erano le famiglie aristocratiche, dalle quali provenivano i Re delle varie città; stesse caratteristiche che si ritrovano nell'epica medievale: Carlo magno, Orlando, Artù, Tristano, ecc... In Asoiaf i nostri eroi sono tutti i giovani esponenti delle famiglie più blasonate, rampolli della più nobile schiatta: Daenerys, Jon, Rob, Arya, Jaime,  Quentin,  Brienne, ecc... 
  • Quando un eroe perde, con lui perdono famiglia e patria, con la morte di Ettore muore un'intera città e civiltà quella di Troia; così come accade alla dinastia Targaryen con la morte e sconfitta di Rhaegar e alla casata Stark  con la morte di Ned e Rob.


domenica 14 gennaio 2024

Lord of the rings vs A song of ice & fire: short essay










Nelle pagine social a tema LOTR, ASOIF/GOT, fantasy e di libri si assiste spesso a dibattiti, a mio parere, sterili su quale sia l'opera migliore e di conseguenza l'autore più bravo in assoluto.  



Tolkien è considerato universalmente il capostipite di quello che oggi viene definito genere fantasy, ma a sua volta trae origine dal genere fantastico, "Alice nel paese delle meraviglie";  dal gotico, Mary Shelly, Bram Stoker; dall'epica medievale, Ciclo bretone, dalle storie della tradizione materia di studio e lavoro del professore. Ognuna di queste forme letterarie ha dato il suo contributo alla stesura prima dello Hobbit e poi del signore degli anelli. Lewis Carrol costruisce un modo fantastico dove trasporta Alice, Tolkien costruisce un mondo fantastico vero nella finzione letteraria, in questo mondo fantastico chiamato Arda introduce tutti gli elementi che sono oggetto dei suoi studi, la tradizione orale delle fiabe britanniche, le leggende arturiane, la trasformazione dell'uomo attraverso la scienza, Frankestein, la meccanicizzazione, gli orchi nelle fucine che distruggono la natura trasformandosi in mostri. Tutto questo ha una cornice, Arda, il mondo che è venuto fuori dal canto, dalla musica di Iluvatar, l'unico Dio, qui ritroviamo la matrice cristiana di Tolkien che sicuramente prende spunto da un altro viaggio, un viaggio diverso, ma ugualmente cristiano, Il viaggio che Dante intraprende nell'oltre tomba per salvare la sua anima dall'oscurità in cui era caduta e tornare alla luce di Dio. La terra di mezzo sta cadendo nell'oscurità Sauron/ Lucifero, Lucifero è incastrato nel ventre della terra così come Sauron è incastrato a Mordor, ma entrambi non smettono di emanare il loro potere malvagio.





Nella finzione letteraria Sauron è il male assoluto ma nella costruzione letteraria Arda non sarebbe stato possibile senza le parole, la  letteratura degli insigni predecessori sopra citati.

La stessa cosa vale per G:R.R Martin, il suo mondo del ghiaccio e del fuoco non sarebbe stato possibile senza l'evoluzione fantasy, la costruzione del  worldbuilding  di J.R.R. Tolkien e senza le basi, le fondamenta di tutta la letteratura precedente. Entrambi gli autori hanno scritto su mattoni e messo nuovi mattoni. 



Veniamo alle differenze sostanziali: 

L'opera del filologo britannico non punta l'accento sull'indagine introspettiva dei personaggi, la caratterizzazione di protagonisti e antagonisti rimane sulle linee della fiaba tradizionale, il bene e il male ben distinti, anche nei connotati. La struttura e l'ambiente fiabesco sono ampliati dalla narrazione epica. Ma il nostro autore non è esente dai richiami della sua contemporaneità. Nel 1949 Tolkien completa LOTR che viene pubblicato nel 1954, nel1949 Orwel pubblica 1984;  Un'opera "fantasiosa" su un futuro distopico, l'uomo controllato dal grande fratello. In Lotr i protagonisti combattono contro il pericolo del controllo indiscriminato sull'umanità e la sua trasformazione in mostri, orchi.  Il grande fratello è una macchina, in LOTR il pericolo è la meccanicizzazzione estrema. La natura distrutta dalle macchine. Niente di più attuale, la rete, l'anello, controlla gli essere umani, le armi distruggono la natura e l'umanità. 

Il mondo di G.R.R: Martin aggiunge un'altro mattone alla letteratura, in genere e al fantasy. Planetos è un mondo immaginario, ma è reale nella finzione letteraria e soprattutto scardina la struttura fiabesca. Il nostro autore segue una linea narrativa epica e storica allo stesso tempo. I suoi personaggi sono esseri umani controversi, con background che li influenzano costantemente e con le quali combattono. Martin nel suo pseudo medioevo costruisce un mondo definito, ma su cui ancora i suoi stessi abitanti devono indagare, scoprire. La struttura medievale del suo mondo dà le basi all'intreccio , all'importanza dei legami familiari, ma allo stesso tempo le dinamiche religiose e sociali del periodo intorno all'anno Mille lo aiutano nella costruzione della geopolitica. Se Tolkien rimane nella dimensione della fiaba, senza un tessuto di interconnessioni fra razze e popoli, Martin invece da al suo mondo dei precetti economici. In Planetos Westeros e Essos hanno scambi comerciali, vi sono navi e carovane di mercanti che vanno dall'uno all'altro, vi sono guerre per terre e imposserrsi i beni ecomici, vi sono delle banche che conservano, prestano e finanziano, ci sono varie religioni, varie lingue, costumi, trattati studi, università, studiosi, pregiudizi. Il mondo di Martin è un mondo a tutto tondo, un mondo dove la famiglia si scontra coi valori sociali, dove l'amore si scontra con l'interesse personale e economico. I personaggi tolkeniani sono immaginifici, quelli martiniani veri! Draghi, metalupi, profezie, ecc... contribuiscono alla continuità narrativa ma in quel mondo noi ritroviamo noi stessi, le nostre inquietudini, le paure, i conflitti. George Martin vuole scrivere dell'uomo in eterno conflitto con se stesso e con le scelte che gli si presentano.  Così ogni personaggio vive la sua tragedia personale, che però si riflette sul mondo. Il nostro autore scava a piene mani nella tragedia shakespeariana e classica. La struttura storica  volutamente medievale permette all'autore di rimanere lineare nella narrazione. La narrazione per POV mette in evidenza come ogni storia, evento, presenta più punti di vista e che non sempre la verità più conosciuta o più pubblicizzata è una vera verità o una totale verità. 

Passiamo alla lingua: Tolkien, così come Dante Alighieri diede dignità al volgare diventato lingua italiana, vuole fare lo stesso con la lingua inglese e scrive un'opera di natura filologica dove mette in pratica la sua professione di linguista creando una nuova lingua. Martin non è un filologo ne un linguista, ma manipola le parole come fossero un mosaico e un puzzle allo stesso tempo, mentre racconta una storia, in quel pov si nasconde un'altra storia, un continuo tassello, di citazioni, rimandi, indicazioni. Nessun altro  autore è riuscito a rendere concreto un tale sfaccettato  sistema di personaggi.

Chi dei due è il migliore? Nessuno dei due. Entrambi hanno contribuito ha mettere un nuovo mattone nella storia della letteratura.

Martin ha solo un tassello in meno di Tolkien, un tassello molto delicato, però, non ha finito la sua saga. Il finale di Tolkien è un finale perfetto, Martin deve scrivere un finale ugualmente perfetto.  

giovedì 21 dicembre 2023

Il trono di spade, l'odissea del ritorno.

 


Nei post precedenti sono stati evidenziati i riferimenti, i richiami all'epica classica, con l'iliade di Omero e L'Eneide di Virgilio, in questa nostra lettura non può mancare ,sicuramente,  l'altra grande epopea Di Omero, "L'Odissea".



Il mito di Ulisse, il re di Itaca, che vinta Troia con l'astuzia non riesce a tornare a casa e vagabonda per il mediterraneo per i 10 anni successivi nei quali dimentica anche se stesso, prima di riuscire ad approdare nella sua isola. Un'isola nella quale giunge cambiato e non viene riconosciuto, un regno di cui i  "proci" vogliono impossessarsi. Odisseo arriva a Itaca come "nessuno" al fine di intrappolare gli usurpatori della sua casa e attuare la sua vendetta. 

Anche i protagonisti della nostra saga, vogliono tornare a casa: 

  •  Daenerys Targaryen desidera riprendere il reame fondato dalla sua famiglia dai "proci" che lo usurpano da 15 anni. Un viaggio quello della madre dei draghi che sembra portarla lontano invece di avvicinarla, un viaggio che dura anni. Come "Ulisse" anche lei se approderà nella sua "petrosa Itaca", Roccia del Drago o King's Landing dovrà affrontare il riconoscimento, il momento in cui essere riconosciuta come Regina, il momento in cui affermare la sua identità di sovrana, erede di una grande dinastia.
  • La piccola Arya Stark nel corso del suo viaggio dopo la morte del padre Ned Stark, perde il suo nome fino ad arrivare ad essere "Nessuno",  come Ulisse che divenne nessuno per sfuggire a Polifemo, così fa la piccola "Lupa" per sopravvivere. Percorre una strada che sembra avvicinarla, ma non riesce a raggiungere la sua meta, sua madre, la sua famiglia. Con la perdita del suo nome della sua famiglia Arya perde anche la sua identità. Riuscirà la figlia più giovane del defunto Lord protettore del nord a tornare a casa e a vendicarsi di coloro che le hanno distrutto la famiglia? Riuscirà "Nessuno" a riprendersi la sua identità e tornare ad essere Arya Stark?
  • Tyrion Lannister come il Re di Itaca è rinomato per la sua arguzia, ma tale peculiarità non aiuta sempre il nostro folletto. Ulisse inviso agli Dei per la sua astuzia, che riesce a mettere nel sacco pure le divinità, perde la strada di casa e se stesso. Tyrion perderà se stesso per vendicarsi di coloro che gli hanno negato la sua  casa? Oppure, troverà se stesso, usando il suo ingegno, per realizzare la sua vendetta.


Il gioco delle identità, l'essere o il non essere, è presente in tutta la saga di Martin: identità nascoste, celate, inconsapevoli, affermazione del se nell'azione o ritrovando la propria casa. Il viaggio reale e figurato alla ricerca di un approdo.

martedì 17 ottobre 2023

A Game of thrones, the Iron throne, Winter is coming





Nell'ultima stagione di GOT  assistiamo alla distruzione del trono di spade. Bruciato dal fuoco col quale era stato forgiato, come fosse l'anello di Sauron in LOTR.  In realtà quello a cui abbiamo assistito nelle stagioni 1-7 dello Show e che leggiamo nei libri  ha presupposti diversi e un concetto totalmente differente. Martin può fare citazioni ma la sua narrativa, la sua scrittura sono originali. Lui ha scritto A Song of ice and fire, A game of thrones; Il trono di spade non A lord of throne. 

In originale il nome dello Show è lo stesso del nome del primo  libro della saga: A Game of thrones, cioè Un gioco dei troni:  Troni al plurale. Infatti nella guerra dei 5 re abbiamo: Rob Stark che  combatte "Il trono di spade" the Iron Throne per essere solo Re del Nord, Balon GreyJoy che combatte Stark e "Trono di spade" per essere Re solo delle Isole di ferro, Il Re oltre la Barriera che non vuole il trono di spade ma solo portare i bruti dall'altro lato della Barriera; a contendersi veramente il Trono di spade sono Joffrey Baratheon/Lannister, Stannis Baratheon, Raenly Baratheon. Quattro troni per 6 re, che presto come sappiamo diventano 5. Il gioco dei troni, di fatti divide il reame. Non a caso G.R.R. Martin chiama il primo libro A Geme of thrones. Quindi il Trono di spade in sé è solo uno dei troni, non l'unico, come "l'unico anello". Ogni trono rappresenta il potere di governare di un sovrano su un territorio e governare non è facile, anzi non solo è difficile ma è qualcosa di infido di pericoloso, che può ferire, o addirittura uccidere, questo senza necessariamente sedere sul Trono di spade. Nei libri l'iron throne è raffigurato come un mostruoso agglomerato di spade dove bisogna stare attenti a sedervisi, perché da tutte le parti fuori escono spuntoni. 



Un re che vi si siede non ci sta propriamente comodo. Il Trono di spade è tangibilmente scomodo, pericoloso così come gli altri troni lo sono non in senso materiale ma figurato. Rob diventa Re è deve stare in equilibrio fra gli spuntoni, "infilzali con la punta" dei suoi lord Vassalli che come vediamo non ci mettono niente a disconoscerlo (Karstark) o a tradirlo (Frey/Bolton) se il re non asseconda le loro richieste; Balon GreyJoy ucciso da o per conto del fratello; Raenly Baratheon assassinato dall'ombra di Stannis, Joffrey perché non apprezzato da qualcuno. Insomma tutti i troni anche se sovrastati da cuscini sono troni pieni di trappole e spuntoni come il Trono di spade. Nello show il trono di spade non è materialmente pericoloso ma figurativamente si. Così come tutti gli altri troni. Tutti i troni hanno la stessa pericolosità, che sia il mantello di Lord Comandante di Jon Snow alla Barriera o la sedia con cuscino che Barristan accomoda per Daenerys. Il trono di spade non rappresenta però solo un singolo regno, rappresenta l'unione dei sette regni in un unico reame; questo sia nei libri che nello show stagioni 1-7. Ned Stark  dice "Il lupo solitario muore il branco sopravvive". Questa frase ha un respiro più ampio rispetto al semplice monito di un padre ai propri figli. Con questa frase l'autore ci comunica un'idea politica, ovvero un solo regno che combatte da solo contro un nemico, Gli estranei, è destinato a soccombere, un branco, i sette regni uniti in un unico reame, il cui simbolo è "The Iron Throne" forgiato con le spade di tutti i sette regni, possono sopravvivere all'inverno che sta arrivando. The winter is coming.

sabato 26 agosto 2023

A song of ice and fire

Il titolo è : La canzone del ghiaccio e del fuoco. Quindi lo scontro fra il ghiaccio e il fuoco. Gli estranei sono il ghiaccio, se ghiaccio fatto carne o carne fatto ghiaccio, come nella serie si vedrà. I draghi il fuoco fatto carne. Poi d'un tratto tutto si conclude con Arya che dà un colpo di daga al Night king. Il re dei ghiaccioli "dell'oscurità". I draghi assumono l'importanza di Dothraky e Immacolati, cioè carne da macello e basta. Fanti da sacrificare in prima linea. Ma i draghi sono il fuoco, il calore, la luce, doveva esserci uno scontro  fra luce e oscurità, fra il gelo e il fuoco. Il prologo che apre la prima stagione ci fa vedere gli Estranei, il ghiaccio, l'epilogo della prima stagione è la rinascita dei  draghi. Ebbene lo scontro fra il ghiaccio e il fuoco si riduce ad un colpo d'Arya, e il problema di molti è che il colpo non la inferto Jon Snow. Anche se fosse stato Jon al posto di Arya sarebbe stato brutto. Brutto perché riduttivo, niente scontro epico fra i due elementi.  Il ghiaccio si esaurisce nel ghiaccio e noi cosa abbiamo visto? Una serie di cringiate e la distruzione del trono metafora di: stuiativi u mussu, a ma finutu e per i fondelli vi abbiamo preso. 
Meno male che esiste il karma....

lunedì 7 agosto 2023

Gli anelli del potere.

Che non è un prodotto Netflix è chiaro dal primo spillo di immagine: la qualità dell'immagine, della luce, della fotografia, degli scenari, del suono, le musiche, l'uso della CGI . È una produzione che potrebbe, dal punto di vista, tecnico andare sul grande schermo. Quindi se non si è proprio degli spettatori"vegetali" è immediato che non è una produzione Netflix. Il problema degli anelli del potere è la sceneggiatura. Il rimaneggiare un'opera incompiuta e rimasta in bozza, come il Silmarillion non è un lavoro facile. C'è da considerare i limiti posti da chi detiene i diritti dei libri di Tolkien. Insomma il problema di quella produzione è la decisione di sfruttare un brand consolidato, avere del materiale frammentario, un uso di tale materia limitato con delle ristrettezze sui topoi dello Hobbit e del Signore degli anelli". In altre parole devono scrivere un'altra storia con pezzi della storia del "Brand".  Il tutto da adattare, per fini commerciali e politici, alle nuove tendenze USA d'inclusione e cancel.culture. Nessuna linearità narrativa nessuno scopo. Motivo per cui quello che si vede sembra nonostante gli investimenti. Confuso e raffazzonato.

venerdì 14 luglio 2023

La Battaglia dei bastardi, un'inverosimile "cagata pazzesca..."


 La Battaglia dei bastardi un'inverosimile "cagata pazzesca..."

Partiamo dall'inizio della sesta stagione, esattamente da dopo la resurrezione del Bastardo di casa Stark. Jon e Sansa si ritrovano, Jon decide arbitrariamente di abbandonare i Nightwatch, dice che se ne vuole andare, è stanco. Ora ok , noi pubblico e i guardiani  sappiamo che è morto e resuscitato, ma nel resto di Westeros e nello stesso nord non lo sa nessuno, per gli altri è un disertore, la legge dice che deve morire, possibilmente con testa mozzata, prima puntata, prima stagione, Ned Stark dicit. Invece lui pensa di poter andare ben bello in giro per il continente mah... Poi certo, è stanco, ha vent'anni, mischino che vita dura, ha sofferto solo lui, per tutti gli altri alla barriera e nel resto di Planetos  è una passeggiata di salute...

Sansa però lo invoglia a combattere per riprendersi Grande Inverno, lei lo farebbe anche da sola, non si capisce bene come, non ha un piano, però solo che ha detto questo per gli Show runner ci deve apparire fichissima, YEA! I due vanno in giro per il Nord, dove "solo perché Stark dovrebbero essere amati", ma ricevono solo porte in faccia, praticamente mendicano uomini e finanziamenti. L'unica che si convince è Lyanna Mormont, che gli da quel che ha, 4 gatti in croce. Poi i bruti che non vogliono essere comandati e non gli interessano gli affari del reame, per gratitudine verso Jon che li ha accolti alla Barriera decidono di combattere per lui, anche questa... ma soprassediamo, possiamo anche prenderla per buona, il problema è un altro. Jon e Sansa non hanno comunque abbastanza uomini  e rifornimenti per combattere e soprattutto tenere un assedio. Nel momento in cui discutono la strategia l'unica cosa che gli viene in mente è una battaglia in campo aperto, Sansa stizzita interviene dicendo che vuole essere ascoltata perché anche lei potrebbe avere delle idee, ma poi non ha nessuna idea, salvo ripetere che Ramsay è scaltro e fa cose  così nefande che nessuno può intuire. Poi cosa fa Ramsey, è talmente scaltro che invece di rimanere dietro le mura di Winterfell e costringere quell'esercito mal messo di Jon e Sansa a un assedio, durante l'inverno per giunta, ha la bella idea, anche lui,  di affrontarli in campo aperto. Ora, stagione 2 "Battaglia delle Acque Nere" per resistere all'attacco/assedio di Stannis Tyrion non affronta l'esercito nemico in campo aperto o battaglia frontale ma sta trincerato dietro le mura e combatte con frecce,  olio bollente, sassi, sacrifica una nave per fermare con l'alto fuoco l'avanzata dal mare, c'è un motivo per cui esistono i castelli e questi hanno le mura. Senza andare tanto lontano nel Nord c'è la Barriera. Durante l' attacco dei Bruti mica Jon e gli altri guardiani sono scesi dalla barriera per combatterli... Ma agli show runner nella sesta stagione questo non interessa è di poca importanza, meglio uno scontro in campo aperto. Ma Ramsey non doveva essere  quello scaltro... Mah...

Torniamo ai nostri , quelle grandi menti di Jon e Sansa,  in grossa inferiorità numerica cosa fanno invece di trovare delle strategie alternative dei sotterfugi: vedi Rob stagione 1 che sacrifica 5000 uomini contro Tywin per combattere e vincere su un fronte più congeniale, infatti sconfigge e fa prigioniero Jaime. Oppure Daenerys stagione 3 Drogon è "il cavallo di troia che le permette di conquistare gli immacolati;  o ancora, stagione 4,  la presa di Meereen, Daenerys non ha le possibilità per tenere un assedio, i merensi, molto diligentemente, rimangono  dietro le loro mura, Daenerys con i suoi uomini trova un'altra via e prende Meereen. Invece la neo stratega Sansa e quello che era stato un lord comandante cosa fanno, con un esercito di pochi uomini e malmesso, si piazzano davanti alle mura di Grande Inverno... Winterfell è casa loro, qualche idea alternativa? Persino Yara nel  nord  che non è un suo territorio riesce ad arrivare alla prigione di Theon, ma questi non hanno uno straccio di idea per salvare il fratello... 

L'unica cosa che fa Jon è chiedere un duello a Ramsey che giustamente gli dice di no e Jon risponde a Sansa che lo ha fatto per far notare agli uomini di Bolton che lui non è disposto a combattere per loro, ma vermante? Perché li alleati di Ramsey si aspetterebbero una cosa del genere... Inoltre: Rob prima stagione alla richiesta di Jaime di un duello gli risponde che lui gioca in un altro modo e nessuno pensa che è un vigliacco, ma che è intelligente.

Certo poi Ramsey invece di fare uscire solo Rickon dalle mura e lanciargli frecce dal castello, lo fa così in campo aperto...  Altrimenti come poteva avere Jon una scena d'azione....doveva correre come uno scemo a prendere il fratello....  MA fare come Yara? 

Menomale che nei pressi c'era Dito Corto con i cavalieri della Valle. Tutti diranno mossa intelligente di Sansa. Ma anche no. Lei gli chiede aiuto ma è lui a decidere di darglielo, poteva anche decidere di non andare, per fortuna loro è andato...

Anche perché la strategia del redivivo Jon è porsi con la spada davanti alla cavalleria pronta a spianarlo... Bravo Jon era meglio restavi morto, Mirri Maz Dur l'aveva detto che si perdono neuroni quando si resuscita... Non si è più gli stessi!

Dopo di che,  finita la battaglia, Lyanna Mormont non si sa bene perché invece di proclamare regina Sans, legittima erede, inneggia a Jon che la battaglia l'aveva persa, non solo, ma è anche un Bastardo e un disertore. Tutti i lord del Nord acclamano Jon,  lui che non vuole e non sa accetta di buon grado tutto sorridente di diventare RE. Ma quando era in giro a perorare la causa per i castelli del Nord la perorava per Sansa erede legittima, non per se stesso. Non cerca neanche di rifiutare la carica in favore della sorella, se la prende, questo perché lui non vuole niente...  

Sansa,  senza la quale i Cavalieri della valle non sarebbero arrivati,  viene pure gabbata in favore di un riconosciuto disertore, bastardo, che per quanto ne sanno tutti sta tradendo tutti i giuramenti a cui era legato. 

Io al posto di Sansa mi sarei incazzata parecchio....    

L'Eletta

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