Seguo da tempo le community di Asoiaf e del Trono di spade, i vari canali, Blogg, podcast e spesso mi capita di imbattermi in analisi alquanto superficiali e partigiane rispetto ad alcuni personaggi. Uno fra tutti, il mitico, perché è mitico, Ned Stark, ma parlerò di lui in un altro Post. Oggi voglio scrivere di uno dei personaggi più maltrattati dalla community, più di Joffrey e Ramsey, che anche se sadici e crudeli oltre che sociopatici per quanto li si odi, godono di una certa stima proprio per la loro crudeltà; il personaggio in questione è Viserys Taegaryen.
La storia di Viserys non è diversa da quella degli Stark. Il secondo genito di Aerys II ha solo 8 anni quando fugge da Approdo del re, la sua casa. Come i piccoli Stark sono costretti a lasciare Winterfell per salvarsi la vita, così il piccolo principe insieme alla madre incinta si rifugia presso l'isola di Roccia del drago.
La situazione sull'isola non è certo facile, dalla capitale arrivano le notizie sulla dipartita del Re, il sacco della città e il brutale assassinio della cognata Elia e dei suoi piccoli. Come può un bambino, vissuto protetto, nell'agio, amato, forse anche troppo accudito, affrontare dentro di sé una tale situazione? Ha già avuto una prima perdita, il fratello maggiore, Rhaegar, che lui amava e ammirava, è morto in combattimento, subito dopo il padre ha designato lui, Viserys, suo erede, nominandolo principe di Roccia del Drago. Una perdita e una responsabilità che il bambino figlio cadetto, come Ned Stark, non avrebbe mai immaginato di avere. Ma le disgrazie per il giovane Targaryen non sono finite. La madre Rhaella, muore dando alla luce la sua sorellina Daenerys, l'isola è assediata dalle navi dei nemici guidati da Stannis Baratheon. Il fedelissimo Willem Darry riesce a portare via i due bambini appena in tempo, la guarnigione del castello aveva pensato, vista la situazione, di consegnare i due piccoli eredi.
Il piccolo gruppo di fedelissimi giunge a Braavos. Qui i 2 bambini rimarranno sotto la protezione del mastro d'armi della Fortezza rossa per circa 4/5 anni. Alla morte del Vecchio sir Willem i servi buttano Il giovane principe e la sua sorellina letteralmente per strada. Viserys riesce a portare con sé solo i gioielli della madre e la corona di questa. Il ragazzino, di non più di 14 anni, si ritrova a vagare per le città libere trascinandosi dietro la sorella, vendendo di volta in volta i gioielli di famiglia per mangiare, chiedendo ospitalità ai ricchi magistri. Il ragazzo mai stato educato alle armi, non può certo assoldarsi a qualche compagnia di ventura, e comunque dove potrebbe lasciare la sorella, è così piccola non più di 5 anni; la sorella che è tutto ciò che ha, la sua famiglia, il suo bene. Negli anni in giro per Essos, il ragazzo si fa forte del suo retaggio, è tutto ciò che ha, tutto ciò che è. Perché si, Viserys Targaryen è il legittimo erede al trono di spade, quello che prova e sente Viserys non è diverso da quello che sente Stannis come dovere nei confronti del fratello e della famiglia o da quello che sentono gli Stark per Winterfell. Per Viserys Targaryen riprendere il trono dei suoi avi è un dovere nei confronti della sua famiglia, un suo diritto di nascita. Tornare a Westeros significa tornare a casa, quella casa che gli è stata strappata esattamente come è avvenuto per Bran e Rickon. Il giovane drago è un bambino che ha conosciuto la paura, la perdita, che è impaurito per se e per la sorella. Non ha parenti dove rifugiarsi, è costretto a chiedere aiuto a perfetti estranei, che sfoggiano gli ultimi Targaryen ma poi li disprezzano perché non hanno più niente. E' cosi che cresce il fratello di Daenerys, il legittimo re di Westeros, qualcuno non sarà d'accordo, ma Viserys Targaryen sarebbe il legittimo Re dei 7 regni. Non conta che il padre sia stato deplorevole negli ultimi anni di regno, quanti lord e Re non sono belli, bravi e buoni, ma la loro dignità non deriva dal loro carattere, dai loro errori, deriva da altro, deriva dal retaggio che nei secoli gli avi hanno costruito, buoni o cattivi che fossero. Ciò che grava su Viserys sono quasi 300 anni di regno, un grande lavoro che ha portato un continente, sette regni, a riconoscersi come unico reame intorno a un trono retto e voluto dalla casata proveniente dall'antica Valyria. Un pesante fardello per un ragazzo senza casa, senza denaro, con una sorella piccola. L'unico momento di conforto del principe e raccontare alla piccola Daenerys della loro casa perduta, sognare di riprendere quella casa, fantasticare di battaglie, ma la realtà non perdona e il risveglio, per il principe di Roccia del drago si fa ogni giorno più duro, doloroso, frustrante. Frustrazione che ricade sulla sorella, e su chi altri? Con chi può sfogarsi il "re mendicante", così viene chiamato, in modo dispregiativo. Potrebbe vendere la sorella, abbandonarla, ma non lo fa, vende invece la corona di sua madre per poter mangiare e da quel momento, il senso di impotenza, la paura sono talmente forti che colpevolizza la sorella per tutto: l'essere nata ed essere stata la causa della morte della madre, l'essere nata ed essere un fardello da trascinarsi dietro e a cui pensare, l'essere nata troppo tardi per sposare Rhaegar. Così il re legittimo diventa sempre più debole nell'affrontare la vita e più violento verso la sorella. Amata, odiata, un fardello e un bene allo stesso tempo.
Il secondo genito del re folle è un uomo debole tremolante, paranoico e vanesio. Dopo anni a chiedere e a cercare qualcuno che gli desse un esercito, ecco presentarsi Illyrio. Il mercante lo blandisce e lo convince a dare in sposa la giovanissima principessa, 13 anni appena a un kal dotrhraki, il più ricco e potente del momento. Viserys accetta, difficilmente la sua mente e la sua personalità ormai provati, hanno chiara la situazione, a quella promessa lui si aggrappa, disperatamente, dando il peggio di se verso l'unica cosa vera che ha , la sorella ( "Dolce sorellla se per avere un esercito dovrai farti fottere dal kal, dai suoi uomini e dai suoi cavalli tu ti farai fottere. Ringrazia che sarà solo lui a fotterti"). Per quella promessa che rappresenta il ritorno a casa, la fine del vagabondaggio, compiere il proprio dovere come Targaryen, per quella promessa lui perderà la vita. Ma Viserys Targaryen si era già perso da tempo un pezzo alla volta. Quando fu portato via dalla sua casa e perse i suoi cari, quando fu costretto a mendicare per sopravvivere lui e Daenerys, quando vendette l'ultimo ricordo della madre, quando veniva umiliato da mercanti , faccendieri e compagnie di ventura, quando iniziò a sfogare la sua rabbia e frustrazione sulla sorella.
Per quanto non possa essere giustificabile il sopruso nei confronti della sorella, di certo la sua frustrazione, disperazione e paranoia sono comprensibili, per puro caso lui e la futura madre dei draghi non sono morti prima, era vero che Robert li perseguitava, la loro vita era inconsapevolmente stata soggetta agli umori del re e dei suoi consiglieri. Forse Viserys sapeva del patto matrimoniale stipulato da Darry con Oberyn Martel davanti al signore di Braavos e per questo bramava ancora di più un esercito, ma di fatti, rispetto agli altri personaggi della saga lui non ha mai avuto un vero aiuto. Un bambino passato da un'infanzia dorata a un'adolescenza di stenti. Un principe divenuto mendicante.
Qualcuno pensa che Daenerys diventerà nel corso degli ultimi due libri come il fratello. Beh, non credo sia possibile. Danerys non ha avuto un'infanzia dorata per poi passare a mendicare, è cresciuta con un fratello "mendicante", ha subito violenza fisica e verbale, ha vagabondato per Essos prima col fratello poi con i Dothraki. Ha visto suo fratello spegnersi perché aveva perso se stesso. La madre dei draghi è cresciuta osservando, studiando il mondo in silenzio, acquisendo forza e consapevolezza durante il cammino, non è bruciata e ha fatto rinascere i draghi per perdersi. Il suo vissuto l'ha resa più forte. E' andando avanti che lei trova se stessa, si fortifica, non guardando indietro.