venerdì 14 luglio 2023

La Battaglia dei bastardi, un'inverosimile "cagata pazzesca..."


 La Battaglia dei bastardi un'inverosimile "cagata pazzesca..."

Partiamo dall'inizio della sesta stagione, esattamente da dopo la resurrezione del Bastardo di casa Stark. Jon e Sansa si ritrovano, Jon decide arbitrariamente di abbandonare i Nightwatch, dice che se ne vuole andare, è stanco. Ora ok , noi pubblico e i guardiani  sappiamo che è morto e resuscitato, ma nel resto di Westeros e nello stesso nord non lo sa nessuno, per gli altri è un disertore, la legge dice che deve morire, possibilmente con testa mozzata, prima puntata, prima stagione, Ned Stark dicit. Invece lui pensa di poter andare ben bello in giro per il continente mah... Poi certo, è stanco, ha vent'anni, mischino che vita dura, ha sofferto solo lui, per tutti gli altri alla barriera e nel resto di Planetos  è una passeggiata di salute...

Sansa però lo invoglia a combattere per riprendersi Grande Inverno, lei lo farebbe anche da sola, non si capisce bene come, non ha un piano, però solo che ha detto questo per gli Show runner ci deve apparire fichissima, YEA! I due vanno in giro per il Nord, dove "solo perché Stark dovrebbero essere amati", ma ricevono solo porte in faccia, praticamente mendicano uomini e finanziamenti. L'unica che si convince è Lyanna Mormont, che gli da quel che ha, 4 gatti in croce. Poi i bruti che non vogliono essere comandati e non gli interessano gli affari del reame, per gratitudine verso Jon che li ha accolti alla Barriera decidono di combattere per lui, anche questa... ma soprassediamo, possiamo anche prenderla per buona, il problema è un altro. Jon e Sansa non hanno comunque abbastanza uomini  e rifornimenti per combattere e soprattutto tenere un assedio. Nel momento in cui discutono la strategia l'unica cosa che gli viene in mente è una battaglia in campo aperto, Sansa stizzita interviene dicendo che vuole essere ascoltata perché anche lei potrebbe avere delle idee, ma poi non ha nessuna idea, salvo ripetere che Ramsay è scaltro e fa cose  così nefande che nessuno può intuire. Poi cosa fa Ramsey, è talmente scaltro che invece di rimanere dietro le mura di Winterfell e costringere quell'esercito mal messo di Jon e Sansa a un assedio, durante l'inverno per giunta, ha la bella idea, anche lui,  di affrontarli in campo aperto. Ora, stagione 2 "Battaglia delle Acque Nere" per resistere all'attacco/assedio di Stannis Tyrion non affronta l'esercito nemico in campo aperto o battaglia frontale ma sta trincerato dietro le mura e combatte con frecce,  olio bollente, sassi, sacrifica una nave per fermare con l'alto fuoco l'avanzata dal mare, c'è un motivo per cui esistono i castelli e questi hanno le mura. Senza andare tanto lontano nel Nord c'è la Barriera. Durante l' attacco dei Bruti mica Jon e gli altri guardiani sono scesi dalla barriera per combatterli... Ma agli show runner nella sesta stagione questo non interessa è di poca importanza, meglio uno scontro in campo aperto. Ma Ramsey non doveva essere  quello scaltro... Mah...

Torniamo ai nostri , quelle grandi menti di Jon e Sansa,  in grossa inferiorità numerica cosa fanno invece di trovare delle strategie alternative dei sotterfugi: vedi Rob stagione 1 che sacrifica 5000 uomini contro Tywin per combattere e vincere su un fronte più congeniale, infatti sconfigge e fa prigioniero Jaime. Oppure Daenerys stagione 3 Drogon è "il cavallo di troia che le permette di conquistare gli immacolati;  o ancora, stagione 4,  la presa di Meereen, Daenerys non ha le possibilità per tenere un assedio, i merensi, molto diligentemente, rimangono  dietro le loro mura, Daenerys con i suoi uomini trova un'altra via e prende Meereen. Invece la neo stratega Sansa e quello che era stato un lord comandante cosa fanno, con un esercito di pochi uomini e malmesso, si piazzano davanti alle mura di Grande Inverno... Winterfell è casa loro, qualche idea alternativa? Persino Yara nel  nord  che non è un suo territorio riesce ad arrivare alla prigione di Theon, ma questi non hanno uno straccio di idea per salvare il fratello... 

L'unica cosa che fa Jon è chiedere un duello a Ramsey che giustamente gli dice di no e Jon risponde a Sansa che lo ha fatto per far notare agli uomini di Bolton che lui non è disposto a combattere per loro, ma vermante? Perché li alleati di Ramsey si aspetterebbero una cosa del genere... Inoltre: Rob prima stagione alla richiesta di Jaime di un duello gli risponde che lui gioca in un altro modo e nessuno pensa che è un vigliacco, ma che è intelligente.

Certo poi Ramsey invece di fare uscire solo Rickon dalle mura e lanciargli frecce dal castello, lo fa così in campo aperto...  Altrimenti come poteva avere Jon una scena d'azione....doveva correre come uno scemo a prendere il fratello....  MA fare come Yara? 

Menomale che nei pressi c'era Dito Corto con i cavalieri della Valle. Tutti diranno mossa intelligente di Sansa. Ma anche no. Lei gli chiede aiuto ma è lui a decidere di darglielo, poteva anche decidere di non andare, per fortuna loro è andato...

Anche perché la strategia del redivivo Jon è porsi con la spada davanti alla cavalleria pronta a spianarlo... Bravo Jon era meglio restavi morto, Mirri Maz Dur l'aveva detto che si perdono neuroni quando si resuscita... Non si è più gli stessi!

Dopo di che,  finita la battaglia, Lyanna Mormont non si sa bene perché invece di proclamare regina Sans, legittima erede, inneggia a Jon che la battaglia l'aveva persa, non solo, ma è anche un Bastardo e un disertore. Tutti i lord del Nord acclamano Jon,  lui che non vuole e non sa accetta di buon grado tutto sorridente di diventare RE. Ma quando era in giro a perorare la causa per i castelli del Nord la perorava per Sansa erede legittima, non per se stesso. Non cerca neanche di rifiutare la carica in favore della sorella, se la prende, questo perché lui non vuole niente...  

Sansa,  senza la quale i Cavalieri della valle non sarebbero arrivati,  viene pure gabbata in favore di un riconosciuto disertore, bastardo, che per quanto ne sanno tutti sta tradendo tutti i giuramenti a cui era legato. 

Io al posto di Sansa mi sarei incazzata parecchio....    

martedì 4 luglio 2023

Traduzione di un intervista rilasciata da Martin dopo ASOS e prima dello Show HBO. In link l'intervista originale.







Nel 1991, mentre lavorava ancora a progetti televisivi, Martin iniziò a lavorare a Il Trono di Spade, il romanzo che sarebbe diventato il primo della sua serie Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Quando questo romanzo è apparso nel 1996, Martin aveva ancora una volta ristrutturato la sua vita in modo da poter dedicare tutte le energie creative alla sua serie emergente. L'autore attualmente risiede a Santa Fe, New Mexico, dove sta lavorando a A Feast of Crows, il quarto romanzo della sua acclamata serie fantasy.

 

Shaw: La serie ha un forte sapore di intrighi politici e storici rispetto alla maggior parte delle serie fantasy. Hai deliberatamente deciso di creare questa variazione su fantasie più tradizionali?

 

Martin: Sì, l'ho fatto. Ho letto molto fantasy ai miei tempi, ovviamente a partire da J. R. R. Tolkein, Robert E. Howard, quando ero giovane, molti fantasy da allora. Mi piace il fantasy come lettore, ma mi piace anche la narrativa storica. Ho letto molto anche di questo, scrittori come Thomas P. Costain e Sharon Kay Penmen e Nigel Trantor. Quello che volevo fare con questo era qualcosa che pensavo fosse un po' diverso. Volevo scrivere un fantasy che avesse un po' del sapore del romanzo storico così come il sapore del fantasy tradizionale.

 

Shaw: La serie ha una grande "storia di fondo". Hai deliberatamente deciso di creare questa enorme matrice a supporto della narrativa in primo piano?

Martin: Sì. Penso che sia necessario nel fantasy contemporaneo. J. R. R Tolkein quando scrisse Il Signore degli Anelli, ovviamente, penso che sia stato davvero il primo a farlo. Ha elaborato il suo mondo con dettagli così sorprendenti. Ci aveva lavorato per decenni prima ancora di iniziare Il Signore degli Anelli con Il Silmarillon. Penso che abbia davvero impostato il modello da quel momento in poi. I lettori fantasy vogliono un mondo creato con molti dettagli. L'ambientazione diventa quasi un personaggio in questo tipo di libri. Sentirai i lettori parlare di voler andare nella Terra di Mezzo o nella Terra o in alcuni degli altri grandi luoghi fantastici che sono stati creati. Non puoi cavartela semplicemente ambientando una fantasia in un regno generico. I lettori vogliono un senso della storia, vogliono un senso della realtà. L'intera ambientazione e lo sfondo devono essere completamente arricchiti. Quindi sì, ho davvero lavorato molto per cercare di ottenere quel senso di realtà per il mio mondo di Westeros.

 

Shaw: Sì, hai creato un bel mondo. Hai parecchi fan che credono davvero di essere a Westeros.

 

Martin: [ride] Sì, a volte lo faccio anch'io.

Shaw: Pensi che scriverai un libro come Il Silmarillon?

Martin: Non lo so. Nella mia carriera ho scritto tante cose diverse. In questo momento sto cercando di finire Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Ho ancora diversi libri da leggere. Sto scrivendo il quarto libro in questo momento, e ci sta mettendo più del dovuto. Anche dopo averlo finito, ho almeno altri 2 libri da leggere, quindi mi porterà fino al 2007, 2008, qualcosa lì intorno. Dopodiché, chissà cosa avrò voglia di fare? Me ne preoccuperò quando avrò tempo.

 

Shaw: Il titolo della serie (Song of Ice and Fire) si basa su due immagini opposte. Con queste immagini, intendi suggerire che qualsiasi tipo di pace e riconciliazione è una speranza perduta per il popolo di Westeros?

 

Martin: No, non necessariamente. Penso che i contrasti di ghiaccio e fuoco, di amore e odio, tutte le cose che simboleggiano sia uno dei temi di cui tratta la serie. Non puoi davvero riassumerlo in poche parole, ma questo ne fa sicuramente parte. Mi piacciono i titoli che funzionano su più livelli diversi dove il titolo sembra avere un significato ovvio ma, a pensarci bene, anche un significato secondario, forse anche terziario. Questo è ciò per cui sto lottando qui.

 

Shaw: Hai creato Jon come un bastardo e un emarginato fin dall'inizio. Eppure è anche uno dei personaggi più attraenti. Hai scelto di rendere Jon un bastardo per renderlo più attraente come un "perdente", o la sua nascita da bastardo è stata fondamentale per la formazione del suo personaggio stesso?

Martin: Quasi tutti i personaggi hanno problemi in qualche modo. Pochissimi dei miei principali personaggi del punto di vista hanno tutte le risposte o hanno un percorso facile attraverso la vita. Tutti hanno dei fardelli da portare. Alcune di loro sono donne in una società che non valorizza necessariamente le donne o dà loro molto potere o indipendenza. Tyrion ovviamente è un nano che ha le sue sfide. Dany è un esule, impotente, senza un soldo, alla mercé di altre persone, e Jon è un bastardo. Queste cose modellano i loro caratteri. Le tue esperienze nella vita, il tuo posto nella vita inevitabilmente cambieranno chi sei.

Shaw: Lord Stark accetta Jon come se fosse un vero figlio, mentre Lady Stark lo rifiuta. Ma nessuno dei due è una vera figura genitoriale per lui. Queste complesse relazioni sono solo un riflesso della tipica vita familiare che caratterizza tutte le famiglie chiave del romanzo, o queste relazioni sono anche centrali nel plasmare il personaggio di Jon?

 

Martin: Sono certamente importanti nel plasmare il personaggio di Jon. Potrei contestare se Lord Stark sia una vera figura genitoriale per Jon. Serve come una figura genitoriale piuttosto buona per Jon e anche per tutti i suoi figli di Catelyn. Ovviamente, gli standard di ciò che caratterizzava l'essere un buon padre o una figura genitoriale sono molto diversi in un contesto medievale rispetto a oggi, quindi bisogna tenerlo a mente quando si guardano queste cose. Oggi saremmo inorriditi se qualcuno prendesse il loro figlio di otto anni e lo mandasse dall'altra parte del paese a fare il servitore nella casa di qualcun altro, ma nel Medioevo facevano sempre quel tipo di affidamento.

 

Shaw: I metalupi sono strettamente identificati con i bambini Stark e con Jon, e il loro aspetto mette tutto in moto. La perdita del metalupo da parte di Jon nel terzo romanzo fa presagire un disastro per lui in futuro?

 

Martin: Ovviamente riavrà il meta-lupo anche nel terzo romanzo. C'è un punto significativo, tuttavia, riguardo a Jon e Ghost nel terzo romanzo. C'è un periodo nel romanzo in cui non può sentirlo, non può percepirlo come prima, poi può di nuovo. Questo è un punto della trama minore ma comunque significativo.

 

Shaw: Con lo svolgersi dei romanzi, Jon si identifica sempre più con il freddo e il ghiaccio del nord, proprio come Dany è strettamente legata al caldo e al fuoco del sud. Questi due alla fine incarneranno l'immagine centrale della serie, Ice and Fire?

Martin: Questo è certamente un modo per interpretarlo. Spetta ai miei lettori discutere. Questo potrebbe essere un possibile significato. Potrebbe esserci un significato secondario o anche un significato terziario.

Shaw: Hai attinto alle relazioni del mondo reale e alle esperienze personali per plasmare il personaggio di Jon Snow, o è interamente figlio della tua immaginazione?

 

Martin: È un po' entrambi, suppongo. Penso che nella creazione di qualsiasi personaggio devi attingere a persone che conosci, e devi disegnare persone di cui hai letto nei libri di storia, testi di storia, la vita delle persone durante il periodo, è tutto importante. Penso che la fonte ultima e più importante sia te stesso, però, perché non conosci mai veramente nessuno tranne te stesso. Quindi penso che ci sia una grande parte di me in tutti i personaggi, devi solo usarla in modo diverso. Devi cercare di entrare nella loro testa e chiedere, come mi sentirei se fossi questa persona in questa situazione? Come sarebbe? Mentre scrivi di quel personaggio, sei davvero quel personaggio.

 

Shaw: Hai un certo personaggio a cui ti senti più vicino?

Martin: Probabilmente Tyrion. Tyrion è molto divertente da scrivere. Ha la lingua tagliente e quel modo oscuro e cinico di vedere le cose. Quei capitoli sono molto divertenti da scrivere. Ed è anche un adulto, il che rende le cose un po' più facili. I bambini sono difficili da scrivere, specialmente i bambini più piccoli. Penso che Bran sia probabilmente il personaggio più difficile da scrivere perché è il più giovane dei principali personaggi del punto di vista.

 

Shaw: Sì, ma il suo personaggio è molto ben sviluppato. Di Rikon, però, non si parla molto di lui.

 

Martin: Era troppo giovane e non potevo. L'idea di provare a scrivere dal punto di vista di un bambino di quattro anni, no [ride], non volevo farlo.

 

Shaw: Cosa dobbiamo pensare delle trasformazioni animali così strettamente associate a Jon?

 

Martin: Tutti i bambini Stark hanno certi legami con il lupo. Penso che a Westeros ci sia una certa quantità di identificazione di tutte queste grandi casate con i loro sigilli, con le cariche di animali che portano. I Lannister si paragonano sempre ai leoni, ad esempio, e il loro motto "Ascoltami ruggire" parla di un certo modo di vedere la vita. Ma penso che per gli Stark vada un po' oltre, specialmente in questa generazione, con questi metalupi. È più di una comoda metafora con loro.

 

Shaw: Hai accennato a quanto siano strettamente legati i bambini Stark ai metalupi, ma che ne dici di Sansa ora che Lady è morta?

 

Martin: Ha perso il suo, quindi la lascia un po' alla deriva. Ovviamente anche Arya ha perso il suo, è separata da Nymeria.

 

Shaw: Anche lei ha appena iniziato ad avere le sue trasformazioni.

Martin: Right.

 

Shaw: C'è qualche speculazione sul fatto che hai intenzione di sostituire Lady con il Mastino, forse?

Martin: What? Interesting speculation. I won't comment on that. [laughs]

 

Shaw: Questo è uno di quei punti che sono semplicemente intriganti.

Martin: Questo è ciò che i lettori dovranno capire da soli e su cui discutere. Sii un po' ellittico, a volte.

 

Shaw: A un certo punto Greywind caratterizza Ghost come il tranquillo che era "uno di loro ma non uno di loro". Dal momento che i metalupi sembrano riflettere i bambini, questa caratterizzazione di Ghost significa che Jon è in qualche modo parte ma comunque separato dalle persone intorno a lui?

 

Martin: Oh sì, penso che sia sempre stato così. Anche a Winterfell, da bambino prima dei lupi, Jon era il bastardo. Era quello strano fuori. Gli altri sono tutti fratelli e sorelle. È solo un fratellastro, quindi non è così strettamente legato a loro. In alcune circostanze poteva condividere tutto con i suoi fratelli, poteva allenarsi con Robb e tutto il resto, ma poi si presentava un'altra circostanza (come quando il re veniva al castello e stavano scegliendo chi poteva sedersi al tavolo alto) e lui è non benvenuto lì. Quindi lui è uno di loro, fa parte della famiglia, fa parte dei fratelli, ma è anche un po' distante. Ghost è molto simile a quello. È l'albino, è quello che non fa rumore, quindi è imparentato con gli altri metalupi ma anche uno a parte.

 

Shaw: C'è una certa ragione per cui hanno chiamato l'ossidiana "vetro di drago" o perché l'hai fatto tu?

Martin: Sì, c'è una ragione.

 

Shaw: I draghi sono in qualche modo il nemico mortale degli Estranei?

Martin: Ci sono molte leggende, e ne sentirete parlare di più nei libri futuri, ma molte cose sugli Estranei e sui Draghi forse non sono completamente comprese dalla gente del presente. L'ossidiana è ovviamente vetro vulcanico; è formato da un immenso calore e pressione giù nella terra. I draghi stessi sono creature dal calore intenso.

 

Shaw: Non ero sicuro che tu avessi aggiunto qualcosa all'ossidiana per la fantasia.

 

Martin: Gli ho conferito caratteristiche magiche che ovviamente la vera ossidiana non ha necessariamente. Dopotutto, viviamo in un mondo che non ha magia. Il mio mondo ha la magia, quindi è un po' diverso.

 

Shaw: Puoi spiegare perché la Guardia del Re ha scelto di resistere e combattere Ned alla Torre della Gioia invece di proteggere i restanti membri della famiglia reale?

 

Martin: Le Guardie del Re non possono fare i propri ordini. Servono il re, proteggono il re e la famiglia reale, ma sono anche obbligati a obbedire ai loro ordini, e se il principe Rhaegar avesse dato loro un certo ordine, lo avrebbero fatto. Non possono dire: "No, non ci piace quell'ordine, faremo qualcos'altro".

 

Shaw: Cosa ha causato esattamente la caduta di Valyria?

 

Martin: Ne sentirete parlare di più nei prossimi libri.

 

Shaw: Tutti i Targaryan sono immuni al fuoco?

 

Martin: No, nessun Targaryan è immune al fuoco. La cosa con Dany e i draghi, è stato solo un evento magico una tantum, molto speciale e unico. I Targaryan possono tollerare un po' più di calore rispetto alla maggior parte delle persone comuni, a loro piacciono i bagni molto caldi e cose del genere, ma questo non significa che siano totalmente immuni al fuoco, no. I draghi, d'altra parte, sono praticamente immuni al fuoco.

L'Eletta

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